Molto si è scritto e parlato, a giusto titolo, delle recenti elezioni polacche e della vittoria delle forze di opposizione al partito “Diritto e Giustizia” (Prawo i Sprawiedliwość - PiS), che in una decina d’anni di potere ha impresso una decisa svolta illiberale al paese. Dopo i commenti sui risultati, cominciano ora ad apparire le prime analisi sulle possibili scelte del Presidente Andrzej Duda (ex esponente del PiS), cui compete assegnare l’incarico di formare un nuovo Governo, e sul nuovo cammino che la Polonia potrà intraprendere. È interessante notare come la soddisfazione iniziale di molti commentatori stia rapidamente lasciando posto a valutazioni assai prudenti. Rientrano tra queste sia la breve ma ben articolata analisi proposta da Foreign Policy (leggi), sia quella, altrettanto sintetica, pubblicata su StartMagazine (leggi). Quest’ultima, mettendo in rilievo le ampie competenze affidate al Presidente della Repubblica dall’ordinamento polacco, ci induce indirettamente a riflettere sui progetti italiani di riforma del ruolo del Capo dello Stato e in particolare sulle proposte di una sua elezione a suffragio universale, come avviene in Polonia.
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