La figura del Commissario europeo tende ad essere circondata da un’aura di grigiore: si tratta spesso di politici nazionali “ricompensati” con un incarico prestigioso a Bruxelles, visto che per vari motivi è difficile “piazzare” in patria (promoveatur ut amoveatur). Ci sono state e ci sono validissime eccezioni (basti citare Mario Monti), ma il preconcetto è duro a morire. Eppure, il ruolo di Commissario si accompagna al conferimento di competenze tangibili, in particolare in termini di iniziativa legislativa. Un Commissario acquisisce molto presto conoscenze assai dettagliate dei meccanismi che regolano il suo settore di pertinenza, sia a livello nazionale che comunitario, e la tentazione di far fruttare tali conoscenze a livello privato è forte. Citando casi anche recenti di “porte girevoli”, l’Ombudsman europeo ha criticato la Commissione proprio per l’accondiscendenza con cui tollera il passaggio di suoi alti funzionari (e Commissari) al settore privato. Ne parla un articolo pubblicato da Politico.eu: leggi.
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