UE: slogan e mission della Commissione sotto il segno di Mario Draghi?
Per gentile concessione del gruppo "Nord-Est Media"
Anche se – diciamocelo tutta – la Von der Leyen, non è mai stata oggetto di particolare considerazione negli stessi corridoi del palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea, il suo compito in queste ore non è invidiabile!
Tener conto delle esigenze degli stati membri, dell’equilibrio di genere e degli equilibri politici tra i gruppi europei al PE risultanti dalle elezioni di giugno (e spesso per niente allineati con le maggioranze al governo in alcuni stati membri, tra cui il nostro), tentando di vestire il nuovo “governo” europeo (perché, anche se indebolito dalla presenza del Consiglio UE, primo interprete degli interessi dei governi degli stati membri, è questo il ruolo attribuito alla Commissione europea, oltre a quello dell’iniziativa legislativa ) con una legittimazione sostanziale di alto profilo, come quella rilanciata da Mario Draghi nel suo rapporto, obiettivamente è tutt’altro che facile. Tanto più che seguire la ricetta dell’ex governatore della Banca Centrale Europea significa togliere un’arma fondamentale in mano agli stati minori, rappresentata dal diritto di veto, e mettere le basi per un’Europa a “geometria variabile” più che “a due velocità”, dove chi vuole andare avanti lo può fare, su singole materie, senza dover per forza convincere gli altri a seguirlo.
Così il rinvio alla prossima settimana (martedì 17 settembre) della presentazione della nuova composizione della squadra della Von der Leyen al Parlamento europeo, annunciato alla vigilia della data originariamente prevista (11 settembre), sarà si conseguenza della necessaria attesa dell’investitura di una candidata di sesso femminile da parte della Slovenia, come motivato ufficialmente, e anche dei mali di pancia per il portafoglio da assegnare a Raffaele Fitto (non tanto una delle 5 vicepresidenze esecutive, abbastanza di facciata, quanto i dubbi dei cosiddetti paesi “frugali” sul fatto che il controllato - se non sorvegliato speciale- sui fondi strutturali e sul PNRR ne diventi anche il controllore), ma potrebbe anche essere funzionale alla tattica della Von der Leyen di presentare un risultato di alto livello con obiettivi ambiziosi, tale da superare qualsiasi perplessità.
E lo spunto di alto livello potrebbe essere fornito proprio dalla relazione di Mario Draghi tanto che indiscrezioni di queste ore dall’interno della Commissione stessa indicano che lo slogan, che dovrebbe sintetizzare la “mission” politica con la quale potrebbe essere vestito il nuovo esecutivo europeo potrebbe suonare così: “Competitiveness as stability factor of the democracy “ (ovvero “Competitività come fattore di stabilità della democrazia”), che sembra voler sintetizzare in un flash da social media le ricette di Draghi. Ma non basta: sembra anche che, per evitare le accuse di puro e semplice maquillage, lo slogan sarà accompagnato dall’attribuzione a tutti i nuovi commissari europei del compito di produrre appropriate iniziative legislative entro i primi 100 giorni dal loro insediamento.
Un salto di qualità, un vero cambio di marcia, con l’accoglimento dell’allarme lanciato da Mario Draghi sul declino a cui è destinata l‘Europa in assenza di misure forti, oppure un calcolo finalizzato anche, se non soprattutto, alla prossima campagna elettorale per le elezioni federali in Germania, per frenare l'avanzata della destra estrema di AfD? Per una volta, un obiettivo non esclude l’altro e gli effetti cumulati dei due non potrebbero che essere positivi!
Giorgio Perini
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