Dialoghi europei ha organizzato nelle scorse settimane due eventi dedicati al tema della sicurezza e della difesa in Europa. Il pubblico è stato assai numeroso, segno che l’argomento suscita interesse. Da quando, ormai da più di due anni, i “rumori di guerra” sono diventati guerra (guerre) combattuta (-e), l’opinione pubblica ha ricominciato a dibattere questioni che sembravano desuete. I tedeschi (forse il popolo europeo più sensibile, per ovvi motivi, a questi temi) guardano con particolare preoccupazione alla situazione. Per loro, la Zeitenwende, la “svolta epocale” annunciata dal Cancelliere Scholz poco dopo l’aggressione russa all’Ucraina (descritta sinteticamente dalla Treccani: leggi), si traduce soprattutto nel riarmo del proprio paese. È questa la premessa di un interessante articolo sul sito della Friedrich Ebert Stiftung (leggi), che, pur focalizzato sulla Germania, costituisce un eccellente corollario alle considerazioni esposte da Riccardo Perissich e Vincenzo Camporini nel corso degli eventi sopra ricordati. L’articolo si conclude formulando una serie di stimolanti quesiti, uno dei quali introduce un collegamento non scontato tra auspicato aumento degli effettivi delle forze armate ed andamento demografico. Non privo di affermazioni provocatorie, ma ricco di spunti di riflessone è anche un articolo pubblicato dall’Associazione Jean Monnet circa sei mesi fa: leggi.
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