Se la macchina dell’Unione europea ha nell’asse franco-tedesco il proprio motore politico, l’alleanza tra Polonia del PiS e Ungheria del Fidesz appare come il meccanismo frenante di tale macchina. Così è stato per molti anni, con Varsavia e Budapest unite dal comune approccio sovranista, arci-conservatore ed euroscettico. L’atteggiamento dei due paesi è tuttavia stato diametralmente opposto nel caso della guerra in Ucraina, con Viktor Orbán critico nei confronti del sostegno a Kiev e delle sanzioni alla Russia, mentre Mateusz Morawiecki si è erto, con le parole e con i fatti, a paladino dell’Ucraina. Per due paesi che si sono reciprocamente sostenuti nei duri scontri con le Istituzioni europee in merito al rispetto dei principi democratici e dello stato di diritto, una rottura “ideologica” di questo tipo può portare a situazioni inedite, compresa l’adozione a livello comunitario di decisioni sanzionatorie finora bloccate dal mutuo soccorso ungaro-polacco. Analizza la frattura tra i due principali paesi sovranisti un articolo di balkaninsight: leggi.
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