Per qualche settimana la rielezione di Erdoğan alla presidenza della Turchia era sembrata realmente minacciata, ma i risultati del ballottaggio non sono stati una vera sorpresa: il radicamento del suo partito Giustizia e Sviluppo, soprattutto nelle zone rurali dell’Anatolia centrale, gli garantisce un eccezionale serbatoio di voti. Se però in questa tornata Erdoğan non è riuscito a vincere al primo turno (come era sempre successo in passato) è perché le difficoltà che il paese deve fronteggiare sono davvero molte (ne ha tracciato un quadro appena noti i risultati elettorali il sito dell’ISPI: leggi). Una delle principali è senz’altro quella della situazione economica, per la quale Erdoğan ha una responsabilità diretta avendo imposto, anche alle proprie autorità monetarie, una politica eterodossa in materia di lotta all’inflazione, rivelatasi fallimentare. Finiti i tempi della propaganda, i nodi stanno venendo al pettine. Un nuovo governatore della banca centrale (il quinto in quattro anni) sta per essere nominato, ma intanto il valore della lira turca precipita, come riferisce l’agenzia Reuters: leggi.
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