Dopo una presenza ininterrotta che risale al periodo coloniale (avviato all’alba del ‘900 – leggi sulla Britannica), la Francia ha abbandonato la sua ultima base militare in Ciad a fine gennaio 2025. Come ha ricordato France 24 ( leggi), la base di Kossei era “ l’ultima roccaforte nella più ampia regione del Sahel dopo il ritiro forzato delle truppe francesi da Mali, Burkina Faso e Niger a seguito di colpi di stato militari”. Se la decisione del Ciad di estromettere dal paese i militari francesi era giunta alquanto inattesa nel novembre 2024 (di “sorpresa” aveva parlato l’ Agenzia Fides: leggi), già “ nell’estate del 2024, erano circolate indiscrezioni su un piano di riduzione dei contingenti militari francesi a circa 600 unità in tutto il continente ad eccezione del Gibuti”, come racconta una documentata analisi di Geopolitica.info: leggi. In realtà, non sembra che Parigi sia rimasta eccessivamente contrariata dalla mossa di N’Djamena e che anzi il ritiro dal paese sahariano si inquadri tutto sommato in una “ riconfigurazione complessiva della proiezione strategica” francese, come afferma Luca Raineri, specialista di Africa occidentale alla Scuola Superiore di Sant’Anna di Pisa, in un interessantissimo podcast sul sito di Nigrizia ( ascolta; il passo citato è al minuto 9:50). Il ritiro francese lascia ovviamente spazio ad altri attori, in primo luogo a quella Russia che ha già istigato numerosi colpi di stato nella regione ( leggi un’analisi dell’ottobre 2024 di Opinio Juris). Ma le conseguenze più immediate rischiano di manifestarsi nel Sudan stravolto dalla guerra civile, dove l’intervento diretto ed indiretto del confinante Ciad può esacerbare il conflitto già caratterizzato da radicati odi razziali: tratta il tema con dovizia di particolari una ricerca dell’ ISPI – leggi.
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