Il fenomeno migratorio continua ad essere percepito come uno dei principali motivi di preoccupazione delle opinioni pubbliche europee. Molte forze politiche cercano di sfruttare tale percezione per accrescere i propri consensi, solo per scoprire, una volta al potere, che anche in questo caso non esistono soluzioni semplici per fenomeni complessi. Nel luglio scorso Giorgia Meloni, Mark Rutte e Ursula von der Leyen hanno salutato come un fatto epocale la conclusione, con il Presidente tunisino Kaïs Saïed, di un memorandum destinato in particolare a contenere i flussi di migranti in cambio di un ingente sostegno finanziario al bilancio del paese africano (ne scrisse anche il sito Tgcom24: leggi). Per l’obiezione di altri Stati membri, tuttavia, l’importo inizialmente promesso è stato successivamente ridotto, provocando lo sdegno della parte tunisina, che ha rifiutato i fondi, come riferisce Nigrizia: leggi. Nel frattempo, il Presidente Saïed continua ad attuare una politica repressiva, restringendo gli spazi di libertà e colpendo in particolare le organizzazioni della società civile, come riporta Affari internazionali: leggi. Nel Mediterraneo, intanto, i migranti che partono dalla Tunisia continuano a morire in gran numero, come certificano i dati 2023 citati da Arab News: leggi.
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