Nel dicembre 2018, il Governo italiano allora presieduto da Antonio Conte, con Matteo Salvini Ministro dell’interno, non partecipò all’incontro di Marrakech nel corso del quale fu adottato il Global Compact for Migration, un’iniziativa volta ad incoraggiare la cooperazione in materia di migrazioni. Eppure una semplice, quasi scontata riflessione sulla storia italiana di pochi decenni orsono dimostra come proprio gli sforzi di regolamentare i flussi migratori siano capaci di disciplinare movimenti che comunque non potrebbero essere fermati. È di questi giorni la visita a Wolfsburg dell’Ambasciatore d’Italia in Germania per celebrare il sessantesimo anniversario dell’arrivo dei primi lavoratori italiani nella città della Volkswagen (leggi il resoconto sul sito dell’Agenzia internazionale stampa estero). L’industria tedesca di allora, bisognosa di manodopera anche non qualificata, come molte industrie italiane di oggi, beneficiò enormemente dell’arrivo concordato di centinaia di migliaia di italiani (e non solo). Come una gestione razionale dei flussi sia possibile, è stato illustrato da un articolo del Mulino del 2019, dedicato all’accordo italo-tedesco in materia, firmato il 20 dicembre 1955 (leggi).
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