A pochi mesi dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, molte sono le voci circa le personalità che potrebbero essere destinate a ricoprire i ruoli cruciali in seno alle Istituzioni di Bruxelles (illazioni a volte improbabili non mancano, come traspare da un articolo del Luxembourg Times: leggi), ma ben poco si sa per il momento dei programmi delle varie forze politiche. Conosciamo la situazione in Italia, dove sembra importare solo la scelta dei candidati. Un po’ meglio va, ad esempio, in Germania, come riassume il Tagesspiegel (leggi), ma anche a Berlino per i partiti è la scelta dei nomi che pare cruciale. Discorso simile vale per la Francia, dove è stata pure privilegiata la designazione dei candidati, come sottolinea il sito Toute l’Europe: leggi. Con questa crescente personalizzazione della proposta politica risulta messa in secondo piano la visione strategica dell’UE del futuro, in un quadro geopolitico globale caratterizzato, in questo inizio 2024, da “55 conflitti armati attivi tra Stati, di cui otto hanno raggiunto il livello di guerra” (come ricorda un articolo di Formiche.net dedicato alla frammentazione dell’ordine mondiale: leggi).
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