Immancabilmente, quando si verifica un disastro naturale con perdita di vite umane e distruzione di beni, emerge la responsabilità (o meglio l’irresponsabilità) di chi ha costruito in violazione di norme e divieti, confidando in un condono. È successo recentemente con l’alluvione ad Ischia e, su scala immensamente più grande, con il terremoto in Turchia e Siria. I cittadini che compiono gli abusi sperano di ricavarne un vantaggio, i politici che promuovono le sanatorie cercano trarne benefici elettorali. Prevale l’interesse meschino. È quanto è avvenuto e sta ancora avvenendo in Serbia, dove un’inchiesta indipendente ha portato alla luce l’esistenza di una diffusa violazione delle norme edilizie in particolare a Belgrado, nonostante l’introduzione nel 2015 di una legge che prevedeva la demolizione di qualsiasi costruzione abusiva. Ma con i giusti agganci politici, sono intervenute molte legalizzazioni: teoricamente illegali! Riferisce in italiano sui risultati dell’inchiesta il sito dell’Osservatorio Balcani-Caucaso: leggi. Sulla strada dell’adesione all’UE, queste situazioni e il modo in cui la magistratura le affronterà, avranno importanza cruciale.
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