Se la Comunità europea dei sei paesi fondatori è nata sulle macerie morali e materiali della seconda guerra mondiale, l’allargamento degli anni 2004-2007, che ha aperto le porte a 12 nuovi Stati membri, è stato realizzato sulle macerie ideologiche della guerra fredda. È come se una sorta di fervore di ricostruzione postbellica avesse animato i momenti topici della costruzione europea. Non a caso, ancora oggi quella dell’allargamento è da molti considerata la politica europea di maggiore successo (
leggi un limpido intervento dell’ex Presidente del PE Pat Cox su
Europa.eu). In un’Europa sostanzialmente in pace fino al 2022, l’urgenza di accogliere nuovi membri sembra essersi invece stemperata, e i negoziati con i paesi desiderosi di aderire (
in primis quelli dei Balcani occidentali) sono stati guidati più dalle considerazioni tecniche che da quelle politiche. E va osservato che questo approccio non è seguito solo dalla Commissione (responsabile dei negoziati di adesione in virtù di un mandato del Consiglio, come spiega il sito della
Camera dei Deputati:
leggi), bensì anche dalle amministrazioni dei paesi candidati, spesso restii ad adottare le necessarie riforme. Si pensi ad esempio alle tergiversazioni del Montenegro per quanto riguarda il fondamentale settore della giustizia. Solo nel novembre 2023, dopo più di tre anni di stallo, si è ripristinata la funzionalità della Corte costituzionale, invocata a gran voce dall’UE (tutti i dettagli sono stati pubblicati da
EUNews:
leggi) e solo pochi giorni fa si è analogamente sbloccato lo stallo delle attività della Corte suprema (più o meno l’equivalente della nostra Corte di cassazione), come riferito da
Balkan Insight:
leggi. L’importanza che la materia riveste nella prospettiva dell’adesione è evidenziata regolarmente nelle relazioni tematiche della Commissione (la più recente è su
Europa.eu:
leggi), ma anche nelle sollecitazioni inviate alle autorità di Podgorica da vari enti ed organizzazioni internazionali come le
Nazioni Unite (
leggi dal sito istituzionale) o la
Commissione internazionale dei giuristi (
leggi).