Nel 2024 la Russia assicura la presidenza di turno dei BRICS e sta sfruttando l’occasione per ampliare e rafforzare il consenso e l’interesse nei confronti di questa associazione di Stati nata in modo quasi informale ma ormai trasformata in una sorta di organizzazione che si propone di rappresentare il cosiddetto “sud globale” e fare da contraltare al G7. (Le priorità della presidenza russa sono illustrate sul sito ufficiale: leggi; una presentazione più politica è stata pubblicata sul sito dell’Ambasciata di Mosca in Italia: leggi.) Inizialmente i BRICS comprendevano Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ma da quest’anno si sono aggiunti Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti. Molti altri paesi hanno manifestato interessa ad aderire, compresi Azerbaijan e Palestina (come riportato da EUNews: leggi). Tuttavia, la candidatura che ha fatto più scalpore è indubbiamente quella della Turchia, di cui riferisce esaurientemente Startmag (leggi). L’articolo, che cita anche l’agenzia Bloomberg, segnala come secondo Erdoğan “il centro di gravità geopolitico si sta spostando lontano dalle economie sviluppate”. Il prossimo appuntamento di primo piano dei BRICS sarà il vertice di Kazan, in programma dal 22 al 24 ottobre prossimo ed in merito al quale alcune interessanti osservazioni sono contenute in una riflessione proposta dall’agenzia AISE: leggi – (uno degli autori, Mario Lettieri, è stato sottosegretario all’economia nel Governo Prodi). Nel frattempo, molti eventi settoriali hanno luogo in varie città della Russia, e deve far riflettere l’impressionante produzione di documenti politico-programmatici, una cui parziale raccolta è disponibile sul citato sito ufficiale della presidenza russa 2024 (leggi). Come i BRICS stiano sviluppando una strategia autonoma nei più diversi settori politico-economici è dimostrato anche dall’accordo raggiunto a fine agosto in merito alla lotta al cambiamento climatico, di cui ha scritto l’Agenzia TASS (leggi), ma che non sembra ver trovato spazio nei media occidentali.
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