Fin dai tempi della stesura della Dichiarazione di Fondazione dello Stato di Israele, la contrapposizione tra laici e religiosi è stata particolarmente dura, portando quasi alla rottura quando si discusse dell’inclusione o meno di un riferimento all’”Onnipotente”. Prevalsero i laici grazie al prestigio e all’autorevolezza di Ben Gurion, ma comunque si introdusse un rimando alla “Rocca di Israele”, che poteva soddisfare i religiosi in quanto espressione che nella Bibbia identifica Dio. Oggi, con l’insediamento del nuovo governo Netanyahu, il più a destra e più religioso della storia del paese, la contrapposizione è molto meno eterea e riguarda, al di là di provocazioni e gesti di sfida, l’imposizione ad un’intera cittadinanza di prassi comportamentali di stampo teocratico. Come la nuova composizione della Knesset possa influenzare l’operato dell’esecutivo è indicato in un interessante articolo ospitato sul sito dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale – ISPI: leggi.
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