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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 22/11 - 27/11

Giustamente, in presenza di un rapimento o un sequestro di un italiano in qualche parte del mondo, la Farnesina invita familiari e mezzi di comunicazione a mantenere un profilo basso, per non pregiudicare le trattative per la liberazione dell’ostaggio. Sarà stato così anche per il fermo degli equipaggi dei due pescherecci di Mazara del Vallo da parte delle milizie libiche del generale Haftar. La notizia ovviamente è stata pubblicata, ma anche presto lasciata scivolare fuori dalle luci dell’attualità. Un esauriente riepilogo della situazione lo troviamo però, in una prospettiva poco “italiana” sul sito di Politico.eu (leggi

 

 

Mentre il venticinquesimo anniversario dell’accordo di Dayton sull’assetto istituzionale della Bosnia dopo la guerra fratricida di inizio anni ’90 è stato ampiamente ricordato e commentato, poco rilievo hanno ricevuto le elezioni amministrative tenutesi in gran parte della Bosnia Erzegovina all’inizio di questo mese di novembre. Peccato, perché i risultati hanno manifestato una qualche voglia di cambiamento, almeno da parte dell’elettorato urbano. In attesa delle elezioni di Mostar, previste per il 20 dicembre, di tali risultati ha scritto il sito RemoContro (coordinato da Ennio Remondino, ex corrispondente Rai) (leggi

 

Di “stato di diritto” si è cominciato a parlare diffusamente in Italia solo da poco tempo e, tra i non addetti ai lavori, la locuzione è ancora di significato sfuggente. Si sa più o meno di cosa si tratti, ma non è detto che sia semplice darne una definizione precisa. Così, quando in questi giorni si fa riferimento al vincolo relativo al “rispetto dello stato di diritto” che l’UE cerca di imporre per poter beneficiare del Recovery Fund, per molti il concetto rimane poco chiaro. Contribuisce a chiarirlo in modo definitivo l’articolo pubblicato su “TheItalianTimes”, che riassume i punti salienti della prima Relazione sullo Stato di Diritto nell’UE, presentata dalla Commissione poche settimane fa: (leggi). 

 

Le campagne populiste e nazionaliste sotto lo slogan “prima gli italiani” hanno evidentemente inciso nel profondo il tessuto sociale, al punto da far crescere a dismisura l’euroscetticismo nel paese che fino a pochi anni fa era il più filoeuropeo. Per fortuna succede che messaggi sguaiati suscitino un entusiasmo effimero e che la realtà venga meglio percepita non appena la solidità dei fatti diventa irrefutabile. Una parabola di questo tipo ha segnato l’evoluzione del giudizio espresso dagli italiani nei confronti dell’Unione europea. Lo conferma un sondaggio condotto dall’Istituto Affari Internazionali assieme al Laboratorio Analisi Politiche e Sociali dell’Università di Siena (leggi). 

 


Solo un paio di settimane fa abbiamo segnalato un articolo sui funerali del metropolita ortodosso montenegrino Amphilohije, nel corso dei quali aveva contratto il Covid 19 anche il patriarca serbo Irinej, per il quale l’esito dell’infezione è stato fatale. Una prima analisi sul ruolo di Irinej è stata pubblicata da BalkanInsight (leggi). A titolo di curiosità, può essere interessante confrontare l’annuncio/necrologio pubblicato da Vaticannews.va (leggi) e quello apparso sul sito delle chiese cristiane riformate Riforma.it (leggi).

 

Una rassegna stampa segnala, per sua natura, articoli e notizie che raccontano i fatti e, possibilmente, ci aiutano a comprenderli. A volte però può essere utile fare uno scarto e rinunciare alla mediazione del giornalista o del commentatore, andando alla fonte di una notizia per ottenerne un quadro quanto più “asettico” possibile. Una delle priorità della Commissione von der Leyen, annunciata prima che l’Europa e il mondo fossero stravolti dalla pandemia, è la riconversione ecologica della nostra economia e del nostro modo di vivere: il cosiddetto “Green Deal”. Tutte le amministrazioni d’Europa, dal livello centrale a quello locale, inseriscono nei loro programmi riferimenti e richiami al Green Deal: probabilmente sono convinte dell’importanza dell’approccio, ma non è escluso che in qualche caso ciò abbia a che fare con un po’ di opportunismo. Per sapere esattamente cosa s’intenda nell’Unione europea quando si parla di Green Deal, meglio allora andare direttamente alla fonte della definizione: il sito del Consiglio in cui tutto è spiegato (leggi