L’isola di Gøtland, in mezzo al Mar Baltico tra Svezia e Lettonia, costituisce da sempre una sorta di sentinella che controlla l’accesso al Golfo di Botnia e, strategicamente molto più importante, al Golfo di Finlandia su cui si affaccia San Pietroburgo. Negli ultimi anni i porti dell’isola hanno conosciuto vicende travagliate: vendite a privati, nazionalizzazioni, uso come punto di appoggio per la costruzione dei gasdotti Nord Stream e ultimamente militarizzazione crescente in vista dell’adesione della Svezia alla NATO. L’analisi di tali vicende, passate comprensibilmente inosservate al di fuori della regione baltica, consente di comprendere come la politica russa fosse già da molti anni orientata a forzare un cambiamento degli equilibri geopolitici nelle zone che Mosca considera di suo interesse. Un ben documentato articolo dedicato alla situazione a Gøtland, pubblicato sul sito Glistatigenerali.com, offre l’occasione di guardare al conflitto ucraino da una prospettiva più ampia, che spazia sull’intera politica estera russa lungo i suoi confini occidentali: leggi.
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