Siccome in politica spesso la forma è sostanza, è interessante notare come i politici populisti di ogni latitudine si facciano un vanto di parlare un linguaggio ruvido, diretto, “popolare”, anche quando l’occasione suggerirebbe un tono istituzionale. È quanto ha fatto Viktor Orbán davanti al parlamento di Budapest pronunziando il suo “Discorso annuale sullo stato della nazione”. Tra l’esaltazione dell’operato del suo governo e gli attacchi spiccioli agli avversari politici, Orbán ha difeso il principio del “prima gli ungheresi” contro tutto e contro tutti, puntando l’indice in particolare contro l’UE, accusata di combattere “una jihad dello stato di diritto” (sic) che induce l’Ungheria a “mostrare forza, quindi al via con la Reconquista!” (re-sic). La sopravvenuta sentenza della Corte di giustizia che ha confermato la legittimità di un condizionamento degli aiuti comunitari al rispetto dello stato di diritto non può quindi aver fatto felice il leader ungherese. Il testo integrale del discorso di Orbán è stato pubblicato anche in italiano dall’Ufficio del Primo Ministro: (leggi).
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