DIALOGHI EUROPEI CONSULTA I CANDIDATI ALLE POLITICHE (SU 5 TEMI DI POLITICA EUROPEA ED INTERNAZIONALE): TIRIAMO LE SOMME!
Premessa
Non è stato facile ma ce l'abbiamo fatta! L'obiettivo che ci eravamo posti era quello di consultare un/una candidato/a del nostro territorio per partito politico o lista, alle imminenti elezioni politiche, su 5 temi di politica europea e internazionale, affrontati solo marginalmente in campagna elettorale, come annunciato nella conferenza stampa del 2 settembre. Nonostante qualche assenza non possiamo fare altro che dichiararci soddisfatti! Coalizione di centrosinistra, 5 Stelle, terzo polo ed Italexit hanno aderito per complessivi 8 partiti e 6 liste, un ottimo risultato! Qui di seguito una nota metodologica, il dettaglio di chi ha risposto e chi no e dei flash su tutte le risposte ricevute. Ovviamente solo le versioni integrali, reperibili sul nostro sito, fanno fede!
Nota metodologica:
Ci siamo posti l'obiettivo, piuttosto ambizioso, di fare una consultazione (sui 5 temi di politica europea ed internazionale individuati) il più possibile asettica, scevra da qualsiasi pregiudizio, partigianeria e personalismo (evitando per esempio la scorciatoia di interpellare direttamente i candidati, grazie a rapporti pregressi o conoscenze in comune).
Abbiamo quindi deciso di recapitare l’invito a partecipare, via mail, agli indirizzi pubblici delle strutture di partito sul territorio, chiedendo loro di individuare il candidato che rispondesse alle nostre domande. Quanto ai partiti, abbiamo limitato la consultazione alle forze politiche suscettibili, in base ai più recenti sondaggi, di superare la soglia di sbarramento del 3%.
Abbiamo lanciato l'esercizio con una conferenza stampa tenutasi venerdì 2 settembre che ha avuto buon eco sulla stampa locale e lunedì 5 settembre abbiamo mandato, via mail, l'invito a partecipare alle seguenti forze politiche (in ordine alfabetico): Azione, Europa Verde, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Italexit, Italia Viva, Lega-Salvini, Partito Democratico, +Europa, Sinistra Italiana, 5Stelle. Nel caso delle alleanze Azione-IV e Verdi-Sinistra Italiana che non hanno una struttura né una segreteria comune (e quindi neanche un indirizzo mail condiviso) abbiamo inviato l’invito separatamente a ciascun partito. Il termine fissato per la risposta era il 15 settembre.
Purtroppo le reazioni spontanee a questo primo invio (si ribadisce: agli indirizzi mail che qualunque cittadino può trovare su internet, in qualche caso già con qualche difficoltà, senza attivare nessun canale preferenziale) sono state pressoché nulle, costringendoci ad attivare tutti i percorsi possibili, come per esempio quello di scrivere ai gruppi consiliari in Consiglio regionale (per i partiti che vi sono rappresentati) pregandoli di attivare le proprie strutture sul territorio, e tentando vari contatti sempre con esponenti e strutture di partito, ma restando fedeli al principio di non essere noi a scegliere direttamente gli interlocutori per la consultazione.
Crediamo in tutta onestà di aver veramente fatto tutto ciò che era in nostro potere per ottenere risposte da tutte le maggiori forze politiche, su base di assoluta parità di trattamento. Da ultimo abbiamo accordato una proroga di ben tre giorni del termine (cioè fino al 18 settembre) pur di massimizzare le chance di risposta.
RISPOSTE PERVENUTE
Sono pervenute le risposte di Francesca Bonemazzi (+Europa), Isabella De Monte (Azione), Sebastiano Badin (Alleanza Verdi-Sinistra Italiana), Sandra Telesca (Italia Viva), Caterina Conti (Partito Democratico), Antonino Iracà (Italexit), Luca Sut (5Stelle). Va rilevato che mentre Verdi-Sinistra Italiana hanno inviato un'unica risposta, il terzo polo (Azione-IV) ha inviato risposte distinte che abbiamo accorpato, pur salvaguardandone l'integralità, in modo da consentire di leggerle congiuntamente. A tutte e tutti loro va il nostro sentito ringraziamento!
A fronte del silenzio della coalizione di centrodestra abbiamo fatto svariati tentativi, per esempio sensibilizzando i gruppi consiliari in Consiglio regionale di FI, FdI e Lega, oltre a singoli esponenti di ciascun partito. Il gruppo della Lega-Salvini ci ha anche risposto indicando il candidato da contattare, cosa che abbiamo fatto immediatamente, concedendo anche una proroga del termine per rispondere, originariamente fissato il 15 settembre, offrendo lo stesso trattamento anche alle altre forze politiche rimaste in silenzio. Purtroppo, tutti gli sforzi si sono rivelati vani. L’assenza in blocco della coalizione di centrodestra è l'unico motivo di rammarico ed anche l'unico punto debole della nostra consultazione. Ne siamo consapevoli pur nella convinzione di aver impiegato tutte le nostre risorse per farci rispondere e nella certezza che tutte e tre le forze politiche in questione sono state raggiunte, in un modo o nell'altro, dalla nostra richiesta.
QUALCHE FLASH SULLE RISPOSTE SENZA PRETESA DI ESAUSTIVITÀ (che non impegna né i candidati né i partiti ovviamente, in quanto non c'è stato il tempo di condividere con loro le sintesi qui di seguito)
DOMANDA 1)
L'UE recentemente ha dimostrato una rapidità di reazione inaspettata alla pandemia e alla guerra in Ucraina. Ciò nonostante, il dibattito “serve più o meno Europa?” è sempre di attualità, per esempio riguardo la crisi energetica in corso. Secondo lei cosa dovrebbe e cosa non dovrebbe fare l’UE per corrispondere meglio e più tempestivamente ai problemi dei cittadini europei? È a favore o contro la progressiva estensione del metodo decisionale a maggioranza qualificata rispetto a quello all'unanimità?
Per Verdi-Sinistra Italiana l'attuale architettura UE rinnegherebbe i principi delle moderne democrazie, nate a seguito della Rivoluzione francese, soprattutto per quanto riguarda la tripartizione dei poteri e il ruolo del parlamento europeo, privato del potere di iniziativa legislativa. Il metodo decisionale a maggioranza qualificata non eliminerebbe il deficit democratico che potrebbe essere colmato solo con una costituzione europea approvata da una Convenzione ad hoc eletta a suffragio universale.
Il Movimento 5 Stelle ritiene che l’UE abbia un senso se rispetta i propri valori fondativi e riesce a rispondere alle esigenze dei propri cittadini, ciò che è avvenuto in occasione della pandemia da Covid19. In tempi complessi come quelli che viviamo servono modelli decisionali efficaci. Ben venga quindi il metodo decisionale a maggioranza qualificata.
+Europa si pone come obiettivo gli Stati Uniti d'Europa, unione di stati federati, ma anch'essa invoca l'iniziativa legislativa in capo al Parlamento europeo, anziché alla Commissione, come accade ora, mentre auspica l’adozione del metodo decisionale a maggioranza qualificata anche in politica estera e di difesa.
Italexit non condivide la premessa della nostra domanda, nel senso che non ritiene che l'UE abbia dimostrato rapidità di reazione verso pandemia e guerra in Ucraina, e ritiene che essa, nell'ambito del processo geopolitico in corso, si sia completamente distaccata dai reali interessi dei nostri connazionali e che nemmeno la maggioranza qualificata possa rispondere agli interessi degli italiani.
Per il PD la funzione naturale dell'UE è di occuparsi dei problemi che gli Stati membri non possono affrontare da soli. Il metodo a maggioranza qualificata è in questo senso indispensabile per rendere l'Europa incisiva. Deve essere attribuito un ruolo più forte al parlamento europeo che, più delle altre istituzioni europee, riesce spesso a fare sintesi rispetto agli interessi nazionali. Ma basta scaricare le colpe sull’UE!
Secondo Azione-IV molti problemi sono frutto di una comunicazione insufficiente del ruolo e dell'attività dell'UE che andrebbe sviluppata già a livello scolastico. Vanno però sottolineati i risultati ottenuti grazie l'appartenenza dell’Italia all’UE e agli interventi di quest’ultima, da ultimo con il Next Generation EU che ha reso possibile il PNRR. L’UE però ha necessità di più risorse proprie e di una politica economica comune, non solo di quella monetaria. Gli egoismi statali vanno superati e il metodo dell'unanimità deve essere abbandonato.
DOMANDA 2)
Dopo la crisi finanziaria ed economica del 2008/2010, la pandemia da Covid19, ma soprattutto la guerra in Ucraina, è evidente che il mondo non sarà più quello di prima. Ed è chiaro che non ci si possa sottrarre al nuovo assetto internazionale che ci attende. Quale deve essere la scelta di campo per l’Italia secondo lei? C'è qualche correzione di rotta che suggerirebbe all'alleanza scelta?
Per i 5 Stelle, nell’ottica della promozione di un nuovo umanesimo che metta al centro la dignità della persona umana in tutte le sue espressioni, l’appartenenza all’alleanza atlantica è centrale, ma deve essere conciliata con una maggiore autonomia strategica dell'UE.
L’UE, per Verdi-Sinistra Italiana, dovrebbe sganciarsi dagli USA e adottare una politica estera di cooperazione e di difesa totalmente autonoma, in difesa della pace e della democrazia. L'elemento distintivo che dovrebbe distinguere l’UE da tutte le altre potenze è il modello di welfare. La collocazione per l'Italia è in un’Unione che si ponga in contraddizione con tutte le potenze imperialiste.
+Europa promuove un atlantismo non subalterno ma di leale cooperazione tra pari. L’UE può essere tale solo se nella forma degli “Stati Uniti d’Europa”. Va sostenuta l’agenda NATO 2030 e occorre modernizzare l’ONU ricostruendo il consenso globale attorno ad esso, in primis attraverso la riforma delle regole del Consiglio di Sicurezza.
Il PD rimarca l'intangibilità delle frontiere, a fronte della quale l'immobilismo verso l'invasione russa dell'Ucraina, non era ammissibile equivalendo ad avallare la vittoria dell'aggressore. L’UE deve impegnarsi per un'Ucraina integra, stabile e plurale, senza tuttavia rompere il filo del dialogo con la cultura e la società russe, al di là del regime attuale.
Anziché una correzione, Italexit suggerisce una “inversione di rotta”, che comporti l’abbandono delle logiche neoliberiste dell'Europa e il ripudio della guerra da parte dell'Italia anche nei fatti, oltre che nel dettato dell'art.11 della Costituzione, smettendo di mandare armi all’Ucraina.
Azione-IV ritengono necessario rafforzare la politica estera europea ancor prima della difesa comune. È anche per effetto delle debolezze europee che gli USA si sono trovati nella condizione di agire da poliziotti del mondo. La scelta atlantista tuttavia è irreversibile, così come quella europeista che deve perseguire un ordine internazionale basato sul diritto
DOMANDA 3)
I Balcani occidentali, sulla porta di casa nostra, rischiano una fase di instabilità che li allontani dall’UE anziché avvicinarli e li renda sempre più dipendenti da Russia, Cina e Turchia. È d'accordo sull’esigenza di accelerare la loro integrazione nell’UE? Ritiene possibile ed utile un ruolo specifico dell’Italia e della nostra Regione?
È opinione di +Europa che la loro integrazione sia essenziale anche per sottrarli alla sfera di influenza di potenze che rappresentano una minaccia, purtroppo anche militare per l’Europa. Il FVG ha tutto da guadagnarne. Condizioni indispensabili sono però l’affermazione, nei Paesi dell'area, dei fondamenti dello stato di diritto e di una coscienza europea condivisa dei cittadini, per ottenere la quale l'Italia e la nostra Regione dovrebbero attuare tutta una serie di iniziative.
Per Verdi-Sinistra Italiana l'integrazione dei Balcani occidentali va perseguita con cautela, alla luce dell’emersione di autocrazie, anche fra gli Stati già membri dell'UE (in particolare Polonia e Ungheria). Vanno evitate le accelerazioni dovute alla guerra in Ucraina, infatti sia Moldova che Ucraina non sono pronte per l’adesione all'UE. Il peso specifico del FVG è insufficiente per incidere su questi processi, se non con un contributo culturale.
I 5 Stelle sono dell'idea che l’Italia con, il contributo fondamentale della nostra Regione, abbia tutte le carte in regola per una collaborazione sempre più stretta con i paesi dei Balcani occidentali, la cui adesione all’UE deve progredire rapidamente. L'Italia se ne avvantaggerebbe in termini economici e di stabilità politica della nostra area geografica.
Italexit ritiene che la premessa delle nostre domande già prefiguri gli obiettivi UE di contrasto alle “politiche inclusive” di Russia, Cina e Turchia, ma che proprio le politiche UE e NATO abbiamo portato all'attuale instabilità e all’accentuarsi di flussi migratori.
Secondo il PD l'accelerazione della loro integrazione è necessaria per il futuro e la stabilità di quell'area ma anche per l’Unione, l'Italia e a maggior ragione il FVG. A dimostrazione di ciò, sia i parlamentari del PD che quelli espressione della comunità slovena si sono impegnati in questo senso. È però necessario fare sistema fra livello nazionale, governo, enti locali, realtà del territorio. Il FVG per esempio può mettere a disposizione il patrimonio di conoscenza e scienza rappresentato da Trieste.
Azione-IV sono per un'accelerazione del processo di integrazione ma nel rispetto delle condizioni UE e soprattutto previo chiarimento dei rapporti tra gli stessi paesi dei Balcani occidentali, a cominciare tra Serbia e Kosovo. Il FVG può svolgere un ruolo importante, quale testa di ponte dell’UE nell’Est europeo, ma deve essere maggiormente valorizzato. Strumenti quali il Processo di Berlino e la Comunità dei Trasporti devono essere rafforzati, anche abbandonando l'impostazione squisitamente intergovernativa che ha contraddistinto il primo.
DOMANDA 4)
Il 2022 è stato proclamato dall'UE “anno europeo dei giovani (per un futuro più verde, inclusivo e digitale)” e ai giovani guarda anche il grande piano di rilancio europeo dopo la pandemia denominato “Next Generation EU”. Cosa pensa che si aspettino i giovani da voi politici e cosa ritiene più urgente fare? Come può il PNRR italiano corrispondere alle esigenze e agli interessi delle nuove generazioni, anche a livello locale?
Il punto di vista del PD è che in cima all’attenzione dei giovani sia il cambiamento climatico e le sue conseguenze. Usare bene il PNRR è la migliore risposta, anche per dare alle giovani generazioni maggiore possibilità di coinvolgimento e interlocuzione con la politica. Infrastrutture, nuove tecnologie, mobilità sostenibile sono tra i temi che meritano maggior attenzione
Per Verdi-Sinistra Italiana i giovani non hanno bisogno di portavoce ma di diventare protagonisti. Se il PNRR - nell'attuale versione - è insufficiente sotto questo aspetto, la stessa UE è incoerente quando, proprio in rapporto all’anno europeo dei giovani, parla di futuro più verde, ma al tempo stesso inserisce nucleare e gas nella tassonomia verde.
Secondo i 5 Stelle, i giovani hanno bisogno che vengano valorizzate la loro formazione e le loro esperienze e gli strumenti inseriti nel PNRR, che vanno proprio in questa direzione, vanno implementati al meglio.
+Europa si batte affinché il principio di equità economica tra le generazioni sia inserito nella Costituzione italiana. Infatti, sia debito pubblico che esternalità ambientali negative sono destinati a pesare sulle prossime generazioni. Solo un corretto uso delle risorse del NGEU può risolvere questi problemi ma è necessario introdurre norme che migliorino l’attuazione a livello locale del PNRR, soprattutto per quanto riguarda il coordinamento tra regioni, città metropolitane e comuni nell’attribuzione delle risorse e realizzazione dei progetti.
Italexit è dell'opinione che, se i fini dell'anno europeo dei giovani sono lodevoli, mancano i passi concreti (per esempio ristrutturazione del sistema formativo, incremento dei fondi per istruzione e imprese) per concretizzarli. L'effetto dell'abbassamento del livello formativo, professionale e imprenditoriale non può che avvantaggiare le élites.
Azione-IV sottolineano che il peso della quota di prestiti del PNRR graverà sui giovani che pertanto vanno coinvolti nel processo decisionale. I giovani a loro avviso si aspettano pragmaticità e concretezza, soprattutto per quanto riguarda ambiente e diritti civili. Servono proposte serie per il loro futuro così come interventi che ripristinino il cosiddetto “ascensore sociale”.
DOMANDA 5)
Calo ed invecchiamento demografico e carenza di mano d'opera sono due facce di un'unica medaglia che richiedono precise politiche sul duplice fronte dell’attrazione (o del recupero) delle risorse umane e dell'approccio al fenomeno migratorio. Qual è la sua visione a questo proposito? Quali azioni suggerirebbe su entrambi i fronti?
Per Azione-IV vanno messe in atto politiche attive in materia di natalità e genitorialità che puntino alla piena attuazione del Family Act, ma anche alla modernizzazione delle tecniche di lavoro, come lo smart working, che non va abbandonato. Vanno incrementati anche gli investimenti per il sistema scolastico, e va posta maggior attenzione per un invecchiamento attivo, alla luce dell'invecchiamento demografico irreversibile. Maggiore equità tra lavoratori dipendenti e autonomi e garanzie pubbliche sulle locazioni abitative devono completare il quadro.
Verdi-Sinistra Italiana vede il fenomeno migratorio separatamente dalla mancanza di mano d'opera. I migranti sono persone alle quali vengono negati i diritti sanciti dal diritto internazionale e che spesso vengono sfruttate per lavori rischiosi e mal pagati. Ad essi deve essere garantita la prospettiva di una vita migliore e per questo servono canali di accesso legali e sicuri in Europa. Per il mercato del lavoro occorre una regolamentazione rigorosa e diritti sindacali che sono attualmente negati sia alle giovani generazioni che ai lavoratori migranti.
Calo e invecchiamento demografico, nell’ottica dei 5 Stelle, sono fenomeni sottovalutati nel dibattito pubblico che necessitano di iniziative ispirate a vera solidarietà generazionale. Occorre intervenire sull’incertezza verso il futuro che è alla base della natalità con misure a sostegno delle famiglie, della casa e del welfare.
+Europa mette il focus sulla libera circolazione delle competenze all’interno dell'Unione, quale valore da difendere in chiave di mobilità dei talenti. Meritocrazia e attrattività sono i due strumenti per far rientrare quelli usciti e attirarne di nuovi da altri Paesi. A questo fine è necessario facilitare il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali dentro l’UE. I lavoratori extra europei devono essere visti come una risorsa e pertanto i flussi migratori devono essere regolamentati riconoscendo ai lavoratori extraeuropei diritti e doveri.
Responsabili di tutti questi fenomeni sono, per Italexit, le politiche europee di austerity e di tagli degli ultimi anni, mentre la soluzione per invertire la rotta è una società che offra servizi appetibili ai cittadini, cosa che richiede tempo ed investimenti, realizzabili solo da uno stato sovrano.
Il PD rileva che le migrazioni sono legate anche al cambiamento climatico. Per questo diventa fondamentale garantire l'accesso all'acqua potabile e al cibo su scala globale. Fornire servizi alle famiglie è la chiave per affrontare il calo demografico. Per il fenomeno migratorio è prioritario assicurare percorsi legali certi e funzionanti e trovare forme di gestione in chiave europea.
Trieste, 20 settembre 2022
Giorgio Perini
Presidente di Dialoghi Europei
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