Parole chiare sul MES
Lega, FdL e M5S (con sfumature diverse) sono tutti contro il ricorso al Fondo Salva Stati (MES) che dei complessivi 240 miliardi di euro a disposizione ne garantirebbe all'Italia circa 36.
Quando la posizione non è puramente nominalistica, pregiudiziale al di là del merito, qualcuno degli oppositori spiega che non si vuol finire come la Grecia 10 anni fa, e adombra il sospetto che tra due anni le condizionalità ci potrebbero essere imposte anche retroattivamente. “Mettono il formaggio per attirarci sulla trappola come i topi” ha spiegato un esponente di FdL in una trasmissione RAI.
A fare chiarezza interviene oggi il direttore generale del Fondo salva Stati, il tedesco Klaus Regling, che in un'intervista rilasciata al Corriere della sera precisa «Se l’Italia accetta il Mes, sarà un prestito senza condizioni, non sarà un’altra Grecia». Come mai, ci si potrebbe chiedere. La ragione – spiega Regling - è che in Grecia ma anche in altri paesi come Portogallo Irlanda e Cipro c'erano stati errori di politica economica del decennio precedente, da sanare e correggere. Oggi non ci sono errori, siamo in presenza di uno choc che riguarda tutti. E così la sola condizione cui dovrebbe attenersi l'Italia e gli stati intenzionati ad accedere al MES è che i finanziamenti coprano “i costi diretti e indiretti di sanità, cura, prevenzione. In primo luogo questo significa dottori e infermieri in più, nuovi ospedali, materiale medicale. Poi ci sono i costi indiretti dell’epidemia e vanno molto oltre il semplice acquisto dei materiali”.
Dio solo sa se non c'è bisogno urgente di una riorganizzazione della sanità nel nostro Paese, come l'emergenza pandemica ha dimostrato.
E se tra due anni c'è un ripensamento e vengono poste le paventate condizioni? Il direttore del MES è perentorio “La condizionalità concordata all’inizio non cambierà durante il periodo nel quale la linea di credito è disponibile. L’Eurogruppo lo chiarisce. Qualunque preoccupazione possa esserci stata, va messa da parte».
Più chiaro di così...