Serbia, quattro mesi di manifestazioni - cosa muove la protesta e dove porta ?
Da quattro mesi le principali città serbe sono teatro di manifestazioni imponenti, inizialmente composte da giovani, poi via via da tutte le fasce di popolazione. La scintilla che ha fatto scattare la protesta è stata il crollo di una pensilina di recente costruzione nella stazione di Novi Sad, costato la vita a 15 persone. Le manifestazioni attribuiscono le responsabilità della tragedia di Novi Sad alla corruzione di un sistema politico in cui il potere dei vertici avrebbe di fatto svuotato il ruolo delle istituzioni. E le risposte del presidente Vučić non sono state sufficienti a fermare la protesta. Di quanto sta avvenendo in Serbia si è avuta eco anche a Trieste quando in gennaio e in marzo qualche centinaio di persone ha dato vita a manifestazioni di solidarietà con i famigliari delle vittime e di sostegno alla protesta e alle rivendicazioni dei giovani serbi.
Che Trieste sia particolarmente sensibile a quanto avviene a Belgrado è comprensibile per la storia di questa città e per la presenza di una forte componente serba che risale ad alcuni secoli di cui vi è traccia in molti edifici cittadini; presenza che negli ultimi decenni si è ulteriormente allargata. Quanto sta avvenendo in Serbia ripropone un tema più generale, quello della sofferenza delle democrazie in questa fase epocale di cambiamento, dagli equilibri ancora indefiniti e tutt'altro che stabili. Ecco dunque l'iniziativa di Dialoghi europei per cercare di capire cosa muove la protesta in Serbia e dove porta. L'appuntamento è per il 10 aprile alle 17.30, al Circolo della Stampa, che collabora all'iniziativa, sostenuta dalle fondazioni Casali.
Interverranno:
Stefano Giantin, corrispondente da Belgrado de Il Piccolo, (in streaming da Belgrado)
Eleonora Carcarino Lomić, studentessa italo-serba della comunità di Trieste.
Matjaž Nemec, parlamentare europeo, membro della delegazione PE per i rapporti con la Serbia (in streaming da Bruxelles)
Giorgio Fruscione, dell'ISPI (Ist. Studi di Politica Internazionale)
Slobodan Rakovic, dirigente sindacato Nezavisnost, ex diplomatico
Massimo Moratti, dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa
Introduce e coordina:
Giorgio Rossetti, Presidente onorario di Dialoghi Europei