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La vocazione imperiale della Cina nel disordine mondiale

Dopo la pausa estiva, riprendiamo le nostre attività con l'inaugurazione di un nuovo ciclo di iniziative, finanziato dalle Fondazioni Casali, denominato "Le filiere del disordine mondiale".
Viviamo in un mondo in cui gli equilibri internazionali conosciuti finora sono diventati particolarmente instabili. Pesano le due guerre devastanti vicino a noi che minacciano di deflagrare e di estendersi. Ma più in generale pesa il venir meno degli istituti della governance globale definiti a Bretton Woods, a cominciare dall'ONU; pesa l'incertezza sul futuro della guida degli Stati Uniti; e, ancora, l'affacciarsi sulla scena mondiale di nuove aree del pianeta decise a far valere la loro voce, come nel caso dei BRICS, insofferenti dei modelli e dell'egemonia dell'Occidente.
La Cina si propone come leader di questa tendenza, sostenendo - non senza qualche ragione – l'esistenza di uno spostamento dell'asse della crescita dell'economia mondiale dall'Occidente verso l'Asia e i Paesi in via di sviluppo.
La Cina punta così ad un ordine e a una governance globale nuova, di cui si candida al vertice. In questa chiave va letto anche il suo rapporto con la Russia: con Pechino saldamente alla guida.
Ne discuteremo con Maurizio Scarpari, sinologo e già docente di Lingua Cinese all'Università Ca' Foscari di Venezia, e con Giorgio Rossetti, presidente onorario di Dialoghi Europei, insieme alla moderazione di Giorgio Perini, presidente di Dialoghi Europei.
Immagine: Dsndrn-Videolar @Needpix.com

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